venerdì 25 gennaio 2013

° Everything is for gays.



'Se ti rompi il naso non contare su di me. Capito?!'
Oh, ci risiamo. Mia mamma è la solita esagerata. Sì, ok, ci saranno gli ultras e la curva Nord gremita di esaltati, però per andare allo stadio a vedere Reggio-Cremona in una minuscola città...cosa può mai capitare? Se sapesse che al concerto di Sabato scorso un tizio pogando mi ha spinto violentemente e io ho trascinato mezzo pubblico verso il pavimento, chissà quali insulti userebbe.
Mah...E se poi qualcuno lancia lacrimogeni io che faccio? E se mi schiacciano?
Basta pensare Silvia: sono solo esagerazioni.
Mmm, questi capelli non stanno mai al loro posto. Sono anche rossi e io volevo essere nera. Nera come la pece più nera.
Non specchiarti più e ogni difetto volerà via.
Che ore saranno? 15,10. Oddio, il pullman passa alle 15.16. È tardissimo!
Unica tattica: correre.
Sul pullman si trova sempre la gente più strana. C'è chi legge e io effettuo un'estensione estrema delle fibre muscolari del collo per vedere in che libro è cullata la sua mente. Qualcuno prima o poi mi dirà qualcosa di cattivo, ne sono certa.
C'è chi chiacchera con tono altisonante e tu vorresti che scendesse immediatamente.
Ci sono studenti che dialogano solo di scuola e studenti che non si guardano nemmeno in faccia. C'è l'extracomunitario a cui il controllore guarda più volte ossessivamente e compulsivamente il biglietto per essere certo che non si tratti di un latitante. Chissà magari è il mestiere ad imporglielo o forse è semplicemente razzista.
C'è il vecchietto che inizia a parlarti e tu cerchi di memorizzare il maggior numero di informazioni per ricavarne insegnamenti di vita.
E poi ci sono io che fantastico troppo.

Per l'ennesima volta mi ritrovo a passeggiare lungo le vie di questa minuscola, ma intima città. Nella mia casa dei sogni c'è una stanza ampia e luminosa, arredata a mio gusto, magari con una parete arancione arricchita da qualche onda di colore. Una stanza in cui posso esprimere me stessa, essere me stessa, non essere me stessa senza che nessuno se ne accorga.
La mia città è un po' questa conchiglia di solitudine: mi sa offrire strade da calpestare per rinfrescare le idee, mi permette di godere dello spettacolo delle stelle e di lasciarmi trasportare dal dolce canto notturno delle cicale.
Le cose belle portano con sè, tuttavia, anche dei 'ma' e pure questa mia città ha il suo ma.
Ma mi fa sentire come un sacco vuoto a saturazione zero.
Gente standarizzata anche nella mimica del viso.
Quest'anno vanno di moda i nerd: solo nerd per la strada.
Locali underground, indie, rock, caffè artistici-letterari: puoi ripetere scusa?!
Staccare la spina da qui e scoprire nuovi mondi, nuove vie, nuovi pensieri, quegli 'interessanti' con cui ora interagisco solo attraverso dialoghi immaginari. Certe volte questo desiderio è mio, profondamente mio.
Non ho mai imparato a volare o forse non mi sono mai applicata abbastanza, ma se trovassi quel soffio, quell'ispirazione aprirei le mie ali e sono sicura che mi riuscirebbe benissimo.

'Eccolo, il mio amico! Che fai? Non vieni a vedere la partita?'
'Mmm, no, il calcio è per gay.'
'Everything is for gays.'
'Ah, con queste risposte tu sei cattiva con me.'

Eh, no, caro amico, io sono solo una sognatrice. Sognatrice di uno dei tanti sogni che dovrebbe essere già da tempo concretezza, ma che ancora è una infausta mancata realtà soffocatrice di milioni di sogni e miliardi di libertà.

Everything is for gays.



martedì 22 gennaio 2013

Tentare di sognare




Via.
Portami via.
Non è, poi, così difficile tentare di sognare.
Scarpette rosse, matita blu.
Qualche foglio graffiato nella borsetta che non vuole più aspettare.
Un cuore gagliardo e pulsante,
solo un pugno sanguinante.